Nel cuore del centro storico di Lizzano c’è una testimonianza importantissima della storia del nostro paese: la Cappella del Crocifisso.
Il senso religioso e artistico di Lizzano emerge forte in questo piccolo santuario ipogeo e dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il nostro paese è un piccolo scrigno che custodisce gioielli storici, artistici e folkloristici unici, come quello che vi raccontiamo oggi.
Cappella del Crocifisso: non fatevi ingannare dall’esterno
Vista dall’esterno la Cappella non presenta nessun elemento artistico o architettonico di grande risalto o capace di prepararvi allo splendore che ammirerete al suo interno.
L’esterno dell’edificio è, infatti, semplicemente e completamente imbiancato con calce.
Niente segni particolari e nessun richiamo alla bellezza interna.
Eppure basta scendere i 7 gradini, attraversare il portale che si apre nel lato orientale, più basso rispetto al livello stradale per essere catapultati in un’altra realtà, dove la semplicità incontra la bellezza dei particolari.
All’interno la Cappella si presenta con una forma rettangolare, coperta da due piccole cupole contigue e affrescate con scene di carattere sacro.
Tre finestrelle illuminano l’interno della Cappelle del Crocifisso e fanno risaltare la bellezza del pavimento maiolicato, risalente all’Ottocento.
Dietro l’altare si nasconde una piccola scala rudimentale che porta al campanile che conserva una campana del 1736.
Le statue e i richiami bizantini
A rendere prezioso l’edificio sono le statue e i richiami bizantini degli affreschi conservati al suo interno.
In un’antica custodia di legno è conservata un’antica statua di Sant’Elena imperatrice, statua di cartapesta che racconta la maestria raggiunta dagli artigiani locali nel lavorare questo materiale.
Sul lato occidentale della Cappella troviamo, invece, un’antica statua in legno di San Gaetano Thiene, Patrono di Lizzano che è stata trasportata qui dopo il crollo della volta della Chiesa Matrice, avvenuto nel 1955.
L’attenzione viene, poi, richiamata dall’affresco posto sull’altare, risalente con molta probabilità al XVI-XVII secolo e il cui stile richiama subito alla memoria la tradizione bizantina.
I personaggi dipinti sono rappresentati con l’uso di linee rette e curve e nel corpo di Cristo emergono forti i richiami alla tradizione orientale, con l costato e il ventre deformati dalla sofferenza e dalla morte.
La contaminazione bizantina nel dipinto si deve probabilmente alla presenza, raccontata qui, di monaci provenienti dall’Impero Romano d’Oriente, in fuga dalle persecuzioni iconoclaste.
Avete già visitato la Cappella del Crocifisso? Cosa ne pensate? Raccontatecelo nei commenti.
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La Cappella del Crocifisso
Nel cuore del centro storico di Lizzano c’è una testimonianza importantissima della storia del nostro paese: la Cappella del Crocifisso.
Il senso religioso e artistico di Lizzano emerge forte in questo piccolo santuario ipogeo e dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il nostro paese è un piccolo scrigno che custodisce gioielli storici, artistici e folkloristici unici, come quello che vi raccontiamo oggi.
Cappella del Crocifisso: non fatevi ingannare dall’esterno
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Dietro l’altare si nasconde una piccola scala rudimentale che porta al campanile che conserva una campana del 1736.
Le statue e i richiami bizantini
A rendere prezioso l’edificio sono le statue e i richiami bizantini degli affreschi conservati al suo interno.
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Sul lato occidentale della Cappella troviamo, invece, un’antica statua in legno di San Gaetano Thiene, Patrono di Lizzano che è stata trasportata qui dopo il crollo della volta della Chiesa Matrice, avvenuto nel 1955.
L’attenzione viene, poi, richiamata dall’affresco posto sull’altare, risalente con molta probabilità al XVI-XVII secolo e il cui stile richiama subito alla memoria la tradizione bizantina.
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La contaminazione bizantina nel dipinto si deve probabilmente alla presenza, raccontata qui, di monaci provenienti dall’Impero Romano d’Oriente, in fuga dalle persecuzioni iconoclaste.
Avete già visitato la Cappella del Crocifisso? Cosa ne pensate? Raccontatecelo nei commenti.
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