Le friselle sono elementi immancabili della bella stagione in Puglia.
Con l’avvicinarsi dell’estatesi avvicina anche il periodo in cui la sera si gusta una frisella con un po’ d’olio, un po’ di pomodoro e qualche sottolio che rende tutto più gustoso.
La storia delle frise arriva da lontano.
Ve la raccontiamo in questo post.
Di cosa parliamo?
Per chi non lo sapesse, la frisella è un prodotto da forno a base di grano duro, considerato da molti un ottimo sostituivo del pane.
Gli ingredienti con cui viene preparato il suo impasto sono semplici: acqua, farina di semola di grano duro, sale e lievito. Anche se nel corso del tempo le varianti sono state e sono ancora tante.
L’impasto viene lavorato fino ad ottenere la tipica forma rotonda con il buco centrale.
A questo punto le friselle vengono cotte in forno e una volta pronte vengono tagliate in due e ricotte nuovamente, per eliminare l’umidità residua.
Le friselle: storie di viaggi e marinai
La storia di questa specialità è lunga millenni.
La frisella, infatti, erano uno degli alimenti che già 3000 anni fa i Fenici portavano sulle loro navi.
Il motivo? Semplice. Era resistente al tempo e al viaggio.
Il suo essere secca permetteva di resistere al tempo e quando dovevano essere mangiate bastava inzuppare le frittelle nel mare, condirle con un filo di olio e accompagnarlo a altri alimenti poveri, come le cipolle.
Per secoli i marinai scelsero la frisella come alimento durante la loro navigazione e anche i Crociati erano soliti, durante i loro viaggi, erano soliti mangiare questo alimento.
Anche la loro forma è dovuta a esigenze di viaggio.
Al loro centro veniva infilata una cordicella che poi veniva annodata e utilizzata come collana, per portarla facilmente durante i viaggi.
La storia di come le friselle siano giunte in Puglia, poi, è ammantata dalla leggende.
Si racconta, infatti, che sarebbero arrivate nella nostra terra con Enea. Il principe troiano, in fuga dalla sua città, sarebbe sbarcata a Porto Balisco, piccola insenatura salentina nei pressi di Otranto. Sarebbe stato lui a portare qui l’antenata della nostra frisella.
Come condirle e quale vino abbinare?
L’unico limite, nel condire una frisella è la vostra fantasia.
L’unica cosa che non può mancare è un po’ d’acqua dove inzupparla per renderla più morbida e un filo d’olio d’oliva extravergine.
A questo punto potete condire le vostre friselle con quello che volete.
Trasformate la vostra frisella in un esperimento di gusto e sperimentate fino a quando non trovate il condimento che più vi piace.
Quello che non può mancare è un calice di vino pugliese.
Noi vi consigliamo di abbinare un Macchia Negroamaro DOP, morbido e armonico con un finale piacevolmente persistente, o un Macchia Negroamaro Rosato DOP, dal profumo delicatamente fruttato e dal gusto fresco e armonico.
Qual è il vostro condimento preferito per le friselle? Raccontatecelo nei commenti.
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Le Friselle: marinai, principi e tanto gusto
Le friselle: delizie pugliesi
Le friselle sono elementi immancabili della bella stagione in Puglia.
Con l’avvicinarsi dell’estate si avvicina anche il periodo in cui la sera si gusta una frisella con un po’ d’olio, un po’ di pomodoro e qualche sottolio che rende tutto più gustoso.
La storia delle frise arriva da lontano.
Ve la raccontiamo in questo post.
Di cosa parliamo?
Per chi non lo sapesse, la frisella è un prodotto da forno a base di grano duro, considerato da molti un ottimo sostituivo del pane.
Gli ingredienti con cui viene preparato il suo impasto sono semplici: acqua, farina di semola di grano duro, sale e lievito. Anche se nel corso del tempo le varianti sono state e sono ancora tante.
L’impasto viene lavorato fino ad ottenere la tipica forma rotonda con il buco centrale.
A questo punto le friselle vengono cotte in forno e una volta pronte vengono tagliate in due e ricotte nuovamente, per eliminare l’umidità residua.
Le friselle: storie di viaggi e marinai
La storia di questa specialità è lunga millenni.
La frisella, infatti, erano uno degli alimenti che già 3000 anni fa i Fenici portavano sulle loro navi.
Il motivo? Semplice. Era resistente al tempo e al viaggio.
Il suo essere secca permetteva di resistere al tempo e quando dovevano essere mangiate bastava inzuppare le frittelle nel mare, condirle con un filo di olio e accompagnarlo a altri alimenti poveri, come le cipolle.
Per secoli i marinai scelsero la frisella come alimento durante la loro navigazione e anche i Crociati erano soliti, durante i loro viaggi, erano soliti mangiare questo alimento.
Anche la loro forma è dovuta a esigenze di viaggio.
Al loro centro veniva infilata una cordicella che poi veniva annodata e utilizzata come collana, per portarla facilmente durante i viaggi.
La storia di come le friselle siano giunte in Puglia, poi, è ammantata dalla leggende.
Si racconta, infatti, che sarebbero arrivate nella nostra terra con Enea. Il principe troiano, in fuga dalla sua città, sarebbe sbarcata a Porto Balisco, piccola insenatura salentina nei pressi di Otranto. Sarebbe stato lui a portare qui l’antenata della nostra frisella.
Come condirle e quale vino abbinare?
L’unico limite, nel condire una frisella è la vostra fantasia.
L’unica cosa che non può mancare è un po’ d’acqua dove inzupparla per renderla più morbida e un filo d’olio d’oliva extravergine.
A questo punto potete condire le vostre friselle con quello che volete.
Pomodori, formaggi, sottolio, sottaceti, olive, cipolla.
Trasformate la vostra frisella in un esperimento di gusto e sperimentate fino a quando non trovate il condimento che più vi piace.
Quello che non può mancare è un calice di vino pugliese.
Noi vi consigliamo di abbinare un Macchia Negroamaro DOP, morbido e armonico con un finale piacevolmente persistente, o un Macchia Negroamaro Rosato DOP, dal profumo delicatamente fruttato e dal gusto fresco e armonico.
Qual è il vostro condimento preferito per le friselle? Raccontatecelo nei commenti.
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